
Harmony exists
when there is balance between
Order and Chaos
ART NEEDS
BOTH OF THEM
I deeply feel the desire and the need to transmit harmony and balance with my paintings.
Everything lives in perfect equilibrium, nothing makes sense without its opposite.


I'm Italian, and painting has been the pillar all my life, something I need like the air I breathe.
I have 3 children, I've lived in Italy, in Barcelona, in
Abu Dhabi and now I'm living happily in the UK.
I am obsessed with equilibrium. Inside the canvas, the cardboard, or whatever surface I am using, the search for harmony is fundamental. The balance between colors, order and chaos, light and shadow.
A metaphor for life, where everything lives in perfect equilibrium, nothing makes sense without its opposite.
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ECHOES
SERIES
Ci sono ferite che non sanguinano, ma stratificano. Restano invisibili, eppure danno forma a tutto ciò che siamo.
Questa serie nasce da un momento personale di trasformazione, un periodo difficile che mi ha spinta a riflettere sul mio percorso, riconoscendo quanto siano state proprio le ferite, più delle soddisfazioni, a scolpire la mia identità.
Ogni tela si sviluppa in due campi visivi distinti: uno rappresenta ciò che mostriamo al mondo, l’altro ciò che custodiamo dentro di noi. Non coincidono mai del tutto – possono essere simili, ma restano diversi. Una linea centrale li unisce e al tempo stesso li separa, simboleggiando il confine sottile e mutevole tra ciò che appare e ciò che siamo realmente.
Questo progetto è una riflessione su come l’identità si formi attraverso la stratificazione, non attraverso la perfezione. Ogni livello, ogni macchia, ogni traccia lasciata dal colore è parte integrante della costruzione finale. Anche ciò che inizialmente sembra un errore diventa necessario all’equilibrio del dipinto. Allo stesso modo, contraddizioni e fragilità definiscono la nostra autenticità.
La mia ricerca visiva si ispira alla tradizione dei Colour Field painters, in particolare alla profondità emotiva di Mark Rothko e alla gestualità intuitiva di Helen Frankenthaler e del primo Pollock, reinterpretati in una chiave più contemplativa e personale.
Le opere vengono realizzate in più sessioni, spesso quattro alla volta. Uso spatole di varie dimensioni, le mani, l’acqua, e talvolta degli stracci per ottenere effetti particolari. Evito quasi sempre i pennelli. Ogni tela conta oltre quindici strati di colore. I toni più brillanti emergono in superficie, mentre quelli scuri creano profondità. La linea centrale è presente fin dall’inizio, ma viene completata alla fine, per donare luce e armonia all’insieme.
Questa serie invita lo spettatore a osservare oltre l’apparenza, a riconoscere il valore della propria complessità e ad accogliere con consapevolezza ogni parte del proprio percorso.

